Alcuni giorni fa ho trascorso un pomeriggio intero a cercare alcune fotografie per il sito di un cliente. La mia giornata nelle maggiori banche mondiali delle immagini si è tramutata inaspettatamente in un illuminante viaggio all’inferno (e ritorno).
E’ stato illuminante perché confrontarmi con così tante immagini mi ha aperto gli occhi sugli orrori che si trovano online. E’ stato un inferno perché si sono accatastate davanti a me le peggiori foto usate ed abusate sul Web.
Ecco alcuni esempi che parlano da soli:
La stretta di mano
Diciamolo chiaramente: non se ne può più.
La stretta di mano è talmente abusata che andrebbe vietata.
Bisognerebbe licenziare in tronco il web designer che la sceglie accuratamente nell’olimpo delle sciagure iconografiche.
La stretta di mano è un’insopportabile ipocrisia, è persino indegna di queste righe denigratorie. Troppe.
Dimenticare e passare oltre.
La riunione
Qui si raggiunge la più siderale distanza tra finzione scenica / pubblicitaria e realtà dei fatti.
Tutti felici, tutti sorridenti…
Che riunione meravigliosa questa, dove i partecipanti sono seduti in un ferreo ordine politicamente corretto, dove le quote rosa sono devotamente rispettate – un uomo e una donna, un uomo ed una donna – dove tutte le minoranze etniche sono rappresentate e sfoggiano sorrisi a trentadue denti.
Quando vi telefonerò e la vostra centralinista mi dirà che siete in riunione, vi penserò a questo tavolo.
Ma dove scrivi?
Basta mettere su Google una chiave di ricerca tanto generica quanto frequente come può essere “business development” per scoprire quanti manager graffitari esistano a questo mondo.
Ma dove diavolo scrivono? Su lavagne di vetro, sulle finestre dell’ufficio, sulla porta del capo, sulla parete dei cessi.
Non lo so: vogliono sembrare tanto fighi nelle loro camicie bianche inamidate ed il nodo della cravatta leggermente allentato ma a me sembrano solo delle macchiette…
Uno, nessuno, centomila
Siamo un grande team, noi!
“Forniamo un servizio completo sulla base delle effettive esigenze del Cliente”, giusto per restare nell’alveo delle ovvietà.
Intanto però la faccia non ce la mettiamo!
E’ la foto che immagino ricorrere in quelle situazioni altisonanti in cui a fronte delle grandi parole, dei team e degli anglicismi che fanno importante e… corporate (bella pure questa!) dall’altra parte del web c’è una sola persona…
Siamo, facciamo… quando invece nella realtà c’è un povero cristiano che lotta per arrivare alla fine del mese. Senza metterci la faccia. No good.