C’era una volta il barbiere e la sua lama. Venne poi l’epoca del bi-lama usa e getta, la rivoluzione della terza lama e così via. Ora siamo a cinque. Ma la partita tra i cervelli del marketing dei rasoi si gioca su molti tavoli. Tutti da ridere.
Non c’è più la lama del barbiere di una volta. Adesso ce ne sono almeno tre, ma chi vuole una rasatura “business class” può far volare non meno di quattro lame sul viso. Gli amanti dell’eccesso possono ambire a rasoi compatti con cinque lame.
Al tempo dell’avvento della seconda lama, la sua funzione era stata semplice da spiegare: la prima solleva, la seconda taglia. Volendo crederci, ok, il ragionamento poteva stare in piedi. La terza offre una rasatura più profonda, si diceva. Nessuno ha avuto più voglia di spiegarci la funzione della quarta lama, mentre l’avvento della quinta mi pare abbia reso stucchevole l’evoluzione della ricerca scientifica in fatto di rasatura.
Siccome però la corsa agli scaffali dei supermercati non poteva giocarsi solo in quel campo, ecco che la stessa “esplosione demografica” si è avuta con le micro-alette: un modello ne ha dieci, quello di punta è arrivato a quindici. Io, consumatore, a questo punto sbadiglio.
Hanno provato a ridestarmi con la potenza evocativa delle loro qualità straordinarie: “quattro lame sincronizzate” (potrebbe essere diversamente?); “manico ergonomico […] per una manovrabilità assoluta, a tenuta stagna per essere usato anche sotto la doccia” . Che bello!
Dopo aver studiato chissà quante statistiche e ricerche di mercato, gli esperti di marketing della rasatura si sono probabilmente convinti che lamette, microalette e manici non sarebbero più bastati per catturare la mia attenzione. Adesso posso dilettarmi con “lievi micropulsazioni” che aiutano a ridurre l’attrito, un “microchip per una tensione costante” (cosa vuol dire?), lubrificanti integrati con aloe vera, vitamina E.
E mentre il ricorso a tutti questi gadgets fa lievitare il costo de rasoi allo scaffale, i consumatori finalmente hanno cominciato a farsi delle domande. Su Facebook fioriscono gruppi del tipo “Fermate il numero delle lamette!” o “Ma quanto costa farsi la barba!” ed un buon numero di blog ironizza sugli stessi argomenti.
Forse è l’inizio di una presa di coscienza nei consumatori. Forse si comincia a capire che le frecce all’arco degli esperti di marketing sono finite e si sta scadendo nel ridicolo. In attesa di una nuova rivoluzione. E pregando che questa non si concretizzi in una sesta lametta.